Il Monte Kenya, una delle vette più iconiche e affascinanti dell’Africa, ha recentemente visto l’apertura di una nuova via di salita che porta con sé un messaggio di speranza e resilienza. Andrea Lanfri, un alpinista che ha saputo trasformare la sfida dell’amputazione in una risorsa per affrontare la vita, ha collaborato con Massimo Coda, anch’egli amputato a una gamba, per conquistare una parete vergine della montagna. Questa impresa, che ha preso il nome di “unagambaindue”, rappresenta un percorso non solo fisico ma anche simbolico, un’avventura in un territorio dove nessuno era mai passato prima.
L’ascensione ha avuto luogo sulla parete sud del Monte Kenya, un terreno di avventura autentica, che ha messo alla prova le capacità e il coraggio dei due alpinisti. Lanfri e Coda, superando non solo le sfide tecniche della scalata, ma anche le barriere mentali spesso associate alle disabilità, hanno raggiunto la cresta, segnando un nuovo percorso che si collega alla via normale nei pressi della vetta.
La vera bellezza di quest’esperienza, tuttavia, va oltre la mera conquista della montagna. Lanfri e Coda hanno avuto l’opportunità di creare un profondo legame con i portatori locali, ragazzi che avevano già conosciuto durante un precedente viaggio nel 2022. Questi giovani, desiderosi di supportarli in questa impresa, hanno anche contribuito a scrivere una nuova pagina di storia alpinistica, divertendosi a costruire una falesia di roccia per imparare a scalare, un’attività che molti di loro non avevano mai provato.
Il racconto di Lanfri è intriso di emozione e riflessione. In un pensiero scritto durante il soggiorno in rifugio, descrive la montagna non solo come un luogo di sfida fisica, ma come un simbolo di rinascita e di libertà. «In questo racconto non si vuole parlare di montagna come siamo abituati a parlarne» scrive «Qui, attraverso di essa, c’è una rinascita, una voglia matta di andare oltre a quegli ostacoli apparentemente insormontabili e a volte anche a quei pregiudizi privi di fondamenta».
La vetta, per Lanfri, non è solo un punto geografico. Rappresenta un viaggio interiore, una scoperta continua di sé e delle proprie capacità. «Non siamo qui per domarla. No, lo facciamo per diventare montagna, per essere come lei» afferma. Con il loro spirito indomito, Andrea e Massimo dimostrano che la vera conquista non è solo fisica ma emotiva e mentale, che si può sempre seguire le proprie passioni, nonostante le avversità.
La loro cordata, descritta come “la cordata da una gamba in due”, incarna un messaggio potente: anche quando la vita sembra riservare strade impervie e inaspettate, è possibile scrivere un nuovo copione. L’avventura sul Monte Kenya non è solo un percorso di scalata, ma un canto di libertà, un invito a non arrendersi e a perseguire con determinazione gli obiettivi, qualunque essi siano.
La storia di Andrea Lanfri e Massimo Coda è un esempio di come, con coraggio e passione, le vette più alte possano essere raggiunte anche da chi ha dovuto affrontare sfide straordinarie.
Credits foto: Ilaria Cariello